Sport e riabilitazione psichiatrica ed integrazione sociale

Sport e riabilitazione psichiatrica ed integrazione sociale

Le cure psichiatriche in Europa

L’edizione 2005 della manifestazione sportiva internazionale, che ha visto anche la partecipazione di una delegazione dell’UOSM 85, è occasione per fare il punto sul trattamento del disagio psichico all’ estero.

di Giuseppe Della Monica

 

Per la prima volta coinvolta in una manifestazione di respiro internazionale, la nostra UOSM ha inviato una delegazione alla terza E.A.S.I. (European Association  For Sports And Social Integration) Cup, tenutasi dall’ 11al 15 luglio a Linz, Austria. Oltre all’impegno in  gare sportive, l’evento è stato anche occasione per uno scambio di esperienze con le strutture di salute mentale di altri paesi

“Cerchiamo di coinvolgere i nostri pazienti in progetti di lavoro, e troviamo loro spesso anche una sistemazione abitativa” ci dice Stefan Holzer, psicologo tedesco e presidente dell’ E.A.S.I.

“Quanto alla nostra organizzazione” continua Holzer “cerchiamo di coinvolgere gli utenti di diverse nazioni in esperienze piacevoli, che comportano fra l’altro lo scambio reciproco di esperienze”.

Della situazione in Germania ci parla specificamente Gunter Skibbe, operatore sociale: “Una volta i pazienti più gravi erano internati per tre-quattro mesi, poi affidati ai servizi territoriali. Oggi si tende a ridurre il ricovero nell’ordine di alcune settimane”.

Anche nella Repubblica Ceca la situazione è in rapida evoluzione: “Dopo il 1989” ci dice Honzar che ha un’esperienza di operatore nel settore al suo paese “ con la caduta del Muro si è avuto un forte sviluppo sia del settore ospedaliero che di quello comunitario-assistenziale”.

Ed in Gran Bretagna? A rispondere alle nostre domande sono Trevor Lowe e Colin Godfrey, anch’essi entrambi operatori. “Da noi il NHS [National Health Service = l’equivalente del nostro Servizio Sanitario Nazionale – NdR] impone che vengano adottate solo procedure certificate e testate” dice Colin. E il NHS – chiediamo noi – è un vantaggio od un’ ostacolo? “Sicuramente è positivo che vengano adottati procedimenti “sicuri” – replica Mr. Lowe – ma è anche vero che il NHS è sottofinanziato, e che il dipartimento per la salute mentale è la cenerentola dell’ HNS. Comunque anche da noi si tende sempre più ad una combinazione di cure psichiatriche e pratiche di integrazione sociale, malgrado permangano pregiudizi nei confronti di questo tipo di infermità, e ciò nonostante un intenso lavoro fra la gente, con i media e le scuole”.

Già, l’aspetto finanziario, forse il cuore del problema. In Italia, un internato costa allo Stato circa 2.800 euro alla settimana, In Inghilterra 2.500, in Baviera (in Germania la situazione varia molto da Stato a Stato) 3.500 (ma in questo caso ci sono anche i costi dell’assistenza abitativa e lavorativa post-ricovero). Il bello è che all’estero, per le attività riabilitative, le strutture socio-sanitarie ricorrono spesso a varie forme di autofinanziamento, mentre qui da noi la salute mentale riceve il 5% del bilancio della sanità pubblica. E molti, nei paesi stranieri, sembrano conoscere la nostra situazione. “Certo – conclude Lowe – con la vostra legge 180 si afferma il principio del miglior trattamento, ma è anche vero che si risparmiano un sacco di soldi…”.